Quel confine sottile tra leggerezza e sofferenza: l’estetica discussa con Patrizia Caldonazzo

(Intervista di Dario Villasanta)
E’ un comune modo di dire che abbiamo usato tutti nella vita, dire ‘le ho provate tutte!”. Significa invece qualcosa di più per Patrizia Caldonazzo, che le ha letteralmente ‘provate tutte’, intese come diete. No, non siamo impazziti per il caldo e non siamo diventati una rivista di ‘salute e bellezza’, ma mi sono reso conto che oggi tante più persone affrontano periodi delicati con la bilancia chi per salute, chi per estetica – e l’argomento, quando viene trattato, è sempre oggetto di facili battutine di scherno in varie forme e insomma preso poco sul serio per quello che invece realmente è: un duro momento di confronto con sé stessi. Patrizia Caldonazzo (o Papy, soprannome) donna affatto superficiale, ma anzi che vive di e nella cultura – è redattrice di Raiuno Cultura – , per una serie di motivi ha passato parecchi periodi della sua vita inchiodata a diete di ogni sorta, e ne ha scritto un libro sì spassoso e godevole, ma al contempo crudele e spietato con sé stessa prima che con gli altri. Ho voluto prendere spunto da questa sua opera solo in apparenza ‘leggera’ per provare a fare una disamina più complessa e approfondita dell’argomento.

1       Innanzitutto dicci: quali sono – se ci sono – i luoghi comuni da sfatare sull’argomento diete e benessere e che invece possono causare danni seri?

Di luoghi comuni oggi ce ne sono troppi, posso portarne qualche esempio: si dimagrisce solo non mangiando, solo chiudendoti la bocca, dimagrire è’ solo un fatto di testa , è così via. Potrei elencarne a centinaia . I danni invece che posso causare sono altrettanti , ma che a mio avviso vanno  a colpire i più deboli, i meno strutturati, sopratutto i giovani con poca esperienza sull’argomento. Vedi molti casi di anoressia, e disturbi alimentari di ogni genere.

2       Qual è l’aspetto psicologico di cui nessuno, a tuo parere tiene conto a sufficienza quando si intraprende una dieta? Ci sono indelicatezze, o atteggiamenti irrispettosi pur involontari verso chi cerca di mettersi ‘in riga’?

Quando si intraprende una dieta bisogna innanzitutto capire che si cambia stile di vita. Diventa una lotta continua tra la nostra forza di volontà e tutto ciò che ci viene propinato in tv , alla radio, nei supermercati, insomma , ovunque.
Per quanto riguarda le indelicatezze? Si certamente, di atteggiamenti irrispettosi ce ne sono ovunque, sul luogo di lavoro tra colleghe, spesso anche in casa , tra le persone più vicine a noi, che possono essere una madre, un padre, una sorella, un fidanzato.

3       La considerazione che abbiamo di noi stessi passa in forma pressoché fisiologica dal confronto con altre figure a noi vicine, che in un modo o in un altro diventano un riferimento. E qui, nel cercare di indagare il mondo del disagio con il nostro corpo, già mi spiazzi perché nel tuo libro, a parte un riferimento quasi invisibile a una madre e a una sorella – l’ho trovato perché ne cercavo, lo ammetto – delle quali tu dici solo che non avevano motivo di sacrificarsi perchè non avevano problemi di linea. Poi, il resto, deserto: né una particolare compagna di scuola o amiche di discoteca assurte a modelli di perfezione e felicità, niente di niente. Ma allora, da dove arriva tutto questo contrasto che hai vissuto – vivi? – con la tua linea? Non deriva da nessun confronto?

Purtroppo mi è’ bastata una frase di mio padre nell’ età adolescenziale per farmi venire tutti i complessi del mondo riguardo il mio aspetto fisico . Da lì è’ cominciata la mia lotta che ancora oggi porto avanti. Poi certo il pesante confronto con la bellezza di mia madre e mia sorella mi ha rovinato la vita intera. Delle amiche più belle non sono mai stata invidiosa, anzi le vivevo e le vivo ancora oggi come un trofeo.

4       L’altra caratteristica del tuo non piacerti che mi sfugge è questa: ti racconti come una donna che non ha mai dovuto rinunciare a una vita sociale e sessuale appagante, non risulta che tu sia stata mai rifiutata fin da piccola o da adulta perché non in perfetta linea. E allora perché tanto accanimento? Soprattutto verso te stessa.

Chi lo dice questo? Anzi…. ho avuto molti fidanzati fissati con l’immagine e la magrezza, non a caso ho sposato mio marito che ha sempre amato le donne magre. Una lotta continua per cercare quella perfezione che mi ero creata dentro la mia testa.

5       Non ci crederai – o forse sì – ma anche i maschietti patiscono moltissimo i loro inestestismi fino a raggiungere veri livelli di disagio. Io stesso da piccolo ero talmente secco da sembrare uno scheletrino, altre bambine erano troppo alte e grosse e vivevano dei complessi per questo. Poi io sono diventato alto 1,90, sempre magro ma opriporzionii perfette, le piccole giganti ora sono stangone di un metro e ottanta che non hanno più imbarazzo a indossare i tacchi. Eppure succede, e ad alcuni i complessi restano anche da adulti pur senza motivo. Il tuo libro poteva essere una pietra scagliata in favore di tutti i brutti anatroccoli del mondo, hai mai considerato questo aspetto una volta terminatolo e abbandonata l’ennesima dieta, o rifiuteresti l’idea di questa responsabilità morale?

Rispondo alla prima parte della domanda dicendoti che l’unico complesso che mi porto dietro sin da ragazza sono le mie ginocchia e i miei polpacci. Mai potuto mettere una gonna, anche perché ritengo che i propri difetti vadano nascosti con disinvoltura e non mostrati. Per quanto riguarda la mia responsabilità morale su ciò che ho scritto nel mio libro me ne dispiaccio , ma ho raccontato semplicemente una verità che mi riguarda da una vita.

6       Chi potrebbe essere, tra i personaggi pubblici più noti della nostra storia recente, quello più adatto a essere un buon esempio di come ci si può amare serenamente pur non essendo delle super bellezze? Molti di Hollywood ad esempio hanno subito trasformazioni esagerate, alcuni l’hanno presa male, altri invece…

Non deve necessariamente essere un personaggio pubblico o di Hollywood , può essere la stessa vicina di casa, o collega . Comunque se proprio desideri che ti faccia il nome di una persona, pur non conoscendola personalmente, direi Meryl Streep, Susan Sarandon, Tilda Swinton, Glenn Close, non mi
limiterei ad una sola.

7   Ultima domanda: il libro si intitola ‘le ho provate tutte’ e chiude con una riflessione che non anticipo, ma recentemente su Facebook hai scritto che proverai un’altra dieta. E’ vero? E soprattutto finirà mai questa ricerca della perfezione?

Sì, sto iniziando un’altra dieta che, ammetto, non ho mai provato , ma sarà una scommessa con me stessa per un seguito del libro che vorrei intitolare “Ho trovato quella giusta”. Magari! Sarebbe il sogno della mia vita far pace con me stessa e con il mio corpo una volta per tutte. 

Chi è Patrizia ‘Papy’ Caldonazzo:

laureata in sociologia lavora da anni per la RAI, come regista e redattrice. Dopo una quantità di eventi e trasmissioni a cui ha lavorato (tra cui On the Road, Pavarotti & Friends e tantissimi altri) oggi è redattrice di Raiuno Cultura e collabora al programma Mille e un libro condotto da Gigi Marzullo. Le ho provate tutte è il suo libro d’esordio, pubblicato quest’anno per Undici Edizioni.

 

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.