Come scrivere un romanzo rosa, ovvero: l’ironia di Stefania Bertola

(Recensione di Dario Villasanta)

Cosa può essere più divertente di un romanzo d’evasione? Ma la parodia del romanzo d’evasione, of course.

In Romanzo rosa di Stefania Bertola si ritrovano, eviscerati punto per punto, i luoghi comuni più comuni della narrativa rosa, nonché del suo pubblico e di chi la scrive, riverniciati con la fresca tinta dell’ironia.

Trama: un Circolo dei Lettori organizza un corso di scrittura incentrato sulla collana di narrativa rosa Melody (e già qui sorridiamo) tenuto dalla celeberrima  scrittrice Leonora Forneris (altro sorriso), insegnante spigolosa e dal pugno di ferro e veterana della collana.

Tra gli allievi, la bibliotecaria single e asociale Olimpia, taccagna e solitaria, archetipo opposto di quello dell’eroina da Melody, persegue tenacemente l’impresa di scrivere in otto giorni (tanto dura il corso) il suo romanzo rosa. A dettare le linee non solo della trama, ma di tutto il percorso degli allievi gli appunti della Forneris sui dettami del romanzo romance, canoni rigidissimi incentrati su luoghi comuni e distanza da qualsiasi realtà. A cominciare dai nomi, per poi proseguire con le possibili trame, le caratteristiche dei personaggi e il loro ruolo. Un esempio?

Si parla degli equivoci che impediscono a una coppia di essere felice insieme fin da pagina due: “Si tratta di equivoci che basterebbero due parole a dissipare, di incomprensioni ridicole, di supposizioni azzardate senza la minima base, di pregiudizi basati sul nulla. Questo perché? Perché la lettrice deve esser subito certa, in cuor suo, che il lieto fine  è assicurato. Lei stessa deve rendersi conto che l’ostacolo non può reggere…”

I nomi devono essere insoliti ai limiti dello stravagante, l’amore deve sbocciare subito, il lieto fine d’obbligo ma in mezzo dieci capitoli di dieci cartelle ciascuno, infarciti di stereotipi esilaranti.

E ancora: “Ricordate infatti che mai, mai, mai  una donna Melody si mette con un uomo di condizione sociale inferiore alla sua.” Potrei andare avanti per pagine e pagine con i postulati su come scrivere un Melody, togliendovi però il gusto della sorpresa.

Onestamente, seppure l’ironia della Bertola sia diretta, quasi al limite della ferocia, è stilisticamente fresca e in punta di fioretto, grazie anche a un vocabolario ricco e cesellato che l’autrice dimostra di padroneggiare con sapienza, con finezza e acume intelligenti e ben dosati.

A far da legante a ogni passo della creazione di un Melody da parte di Olimpia e dei suoi umanissimi compagni di corso, la storia che cerca di scrivere Olimpia stessa in base alle indicazioni della Forneris, fino al simpatico finale che, ovviamente, taccio.

Se cercavate un libro leggero, ‘per l’estate’ si usa dire, l’avete trovato: potrà piacere a tutti, uomini e donne, gradi e piccini, spiriti leggeri che vogliono godersi una storiella o menti impegnate che non disdegnano farsi due risate sulla cosiddetta letteratura d’evasione. E in tutto questo, credetemi, non c’è intento di ridicolizzare il romanzo rosa e le sue lettrici, perché si potrebbe scrivere un libro che ironizzi in modo simile anche sul noir, sul drammatico e via dicendo; ma se invece vi sentirete criticate/criticati ingiustamente, semmai prendetevela con l’autrice. Io intanto mi sono divertito, e credo succederà anche a voi.

Titolo: Romanzo rosa, Einaudi 2012

Autore : Stefania Bertola

Pagg. 201, Euro 11,05 (prezzo Amazon)

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