Cara Anna, ti scrivo. Per dirti che Flaubert…

(di Dario Villasanta)

Rispondo ad Anna Vallerugo e a quanto dice su ‘gli uomini che scrivono di donne’. E no, non sono sempre d’accordo…

 

Ho provocato una blogger e giornalista come Anna Vallerugo, chiedendole di quegli uomini che scrivono di donne, intese come protagoniste dei loro romanzi. La domanda era: come potranno mai essere davvero credibili nel mettersi nei panni dell’altro sesso? Ogni situazione andrebbe vista con i loro occhi e soprattutto il loro vissuto. Da scrittore so quanto è difficile creare una protagonista femminile e sentirsi magari dire “bello, si vede però che l’ha scritto un uomo…”

Lei mi ha dato esempi in cui questo non succede, e sarebbe andato tutto bene se non im avesse citato Madame Bovary. Ma dico, di tutti i bravi autori presenti e passati, proprio Flaubert con la sua piccola, provinciale adultera mi dovevi citare, amica mia?

No cara Anna, non ci sto. A parte che Madame Bovary, contestualizzata nella sua epoca certo, è solo la trasposizione di un’idea maschile di come dovevano essere certe donne nell’ottocento, ma perché Santo Cielo non mi hai parlato di Lawrence? Perché, dimmi, perché?

L’amante di Lady Chatterley non ti piace? Non ti garba l’idea di un’antesignana del femminismo e dell’emancipazione della donna scritto così bene? Mi hai fatto male, Anna.

E non per questo singolo libro, ma perché Lawrence ha scritto di molte protagoniste femminili (La vergine e lo zingaro, La volpe ecc.) e in tutti mi ha fatto conoscere le donne in maniera più reale, almeno credo. Ma di certo più credibile della Emma di Flaubert, uno dei peggiori esempi di questo tipo, e non per la storia come dicevo.

Poi, tu sei così carina che esempi di chi non c’è riuscito appieno non me ne hai forniti. Devo farlo io? Va bene, tanto non sono simpatico lo stesso.

Prendiamo ad esempio il Noir: si dice che sia il genere che più rappresenta la realtà del nostro mondo oggi, perché allora non le donne? Macché!

Le donne nei Noir scritti da maschi sono per lo più. 1) vittime designate; 2) amanti sfuggenti, indipendenti che fanno soffrire il tenebroso, solo e disilluso commissario di turno; 3) mantidi spietate, assatanate e dalla doppia e ingannevole vita. È questo il mondo femminile più credibile che abbiamo? No, non credo.

Però, ti prego, Madame Bovary…

Con simpatia

Tuo Villa

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